Rivoluzione Rionale è un’iniziativa che nasce a Firenze nell’autunno del 2020 – in piena pandemia di COVID-19 – dall’incontro tra un gruppo di cittadini attivi, associazioni, urbanisti, docenti universitari e ambientalisti uniti dall’ideale di un progetto di città a misura umana e non di automobile. Lo scopo dell’iniziativa è quello di portare avanti proposte per un modo radicalmente diverso di impostare le nostre città e la vita che vi si articola.

L’esperienza di vita nelle città è oggi spesso caratterizzata da una grande frammentazione: si abita in un luogo in cui si trascorrono quasi soltanto le ore in cui si dorme, si lavora in un altro luogo, si fanno acquisti nella grande distribuzione organizzata… I centri storici hanno perso il proprio tessuto produttivo e le loro funzioni e pian piano si sono svuotati.

La recente pandemia ha messo in luce più che mai la necessità di ridare vita e funzioni a molte zone delle città, così come l’importanza di una economia di prossimità – l’importanza cioè che le persone, il cibo che queste mangiano, le cose che producono e consumano, si muovano un po’ meno.

In molti luoghi si inizia a parlare di “città dei 15 minuti”, dove casa, lavoro, spesa, svago, siano raggiungibili per lo più a piedi, e dove tempo possa trascorrere all’interno di una realtà locale che si possa configurare sempre più come una vera e propria comunità.

Una simile città dovrebbe essere organizzata in rioni aventi non più di 15.000 abitanti – il limite massimo all’interno del quale, secondo recenti studi, si riesce a identificare una realtà comunitaria.

Per raggiungere questo obiettivo, la Rivoluzione Rionale ha stilato dodici proposte:

1) Servizi sanitari: In ogni rione un centro sanitario di base, con i medici di famiglia, i pediatri, il consultorio, un posto in cui fare un prelievo, a pochi minuti a piedi dalla propria abitazione.

2) Centro civico: In ogni rione un centro, che possa essere multifunzionale, luogo di aggregazione, ufficio per la burocrazia di base e aiuto nel disbrigo di pratiche in digitale, sede per un mediatore civile e commerciale

3) Rappresentanza e Gestione dei beni comuni: Il rione elegge i propri rappresentanti, residenti nel rione stesso. La natura geografica e sociale del rione permette ai rappresentanti di conoscere le caratteristiche del proprio territorio. Il rione deve essere dotato di un piccolo bilancio e risorse da impiegare, con rendicontazione, in regime semplificato.

4) Servizi per la riparazione e il recupero degli oggetti: Quei mestieri che consentono di andare nella direzione delle “tre R” dovrebbero essere presenti come servizi di prossimità ed essere incentivati, con sconti su TARI, IMU, canone d’affitto eccetera.

5) Mercati rionali: Firenze ne ha 29. Questi mercati dovrebbero il più possibile essere agganciati al territorio e anche alle piccole produzioni, magari anche hobbistiche, presenti sul territorio, il loro potenziamento deve andare di passo con il potenziamento di orti rionali, ovunque possibile, anche recuperando spazi dismessi o sottoutilizzati.

6) Servizi di coworking e smart working: una rete di spazi recuperando dei fondi sfitti, uno per ogni via o quasi, luoghi in cui trovare una scrivania, un collegamento internet e alcune “facilities”, la rilocalizzazione dell’economia avrà un carattere unitario e sarà guidato dall’obiettivo di realizzare reti economiche imperniate su reciprocità e solidarietà, oltre che su un sempre maggiore adeguamento del numero di posti di lavoro presenti sul territorio e il numero dei suoi abitanti (logica “uscio e bottega”).

7) Banche del tempo ed economie locali: il ruolo delle banche del tempo è duplice: da un lato favoriscono scambi prevalentemente locali, dall’altro in un tempo di crisi, in cui tante persone con delle competenze importanti potrebbero trovarsi inoccupati o disoccupati, possono diventare un ausilio mettendo in contatto domanda e offerta. potrebbero essere inserite in più ampi “centri per l’economia locale”, in cui si attivano circuiti di microcredito locale, si sperimentano economia del dono e/o valute locali

8) Verde pubblico: Una rete di giardinieri a cui viene affidata una piccola zona, equivalente a 1-2 ettari di verde massimo a testa, che operano in sinergia con associazioni e cittadinanza locale. Togliere spazio al suolo impermeabilizzato, piantando alberi ovunque possibile. Gli operatori del verde e la cittadinanza dovranno essere formati ai principi dell’ecologia e della gestione sostenibile degli ecosistemi urbani.

9) Centri rifiuti ed ecostazioni: Diffusi capillarmente, immaginando un futuro con servizio di rifiuti porta a porta, dovrebbero essere affiancato da piccoli centri per il conferimento.

10) Parcheggi e riparazioni bici: Ogni rione dovrebbe avere adeguati parcheggi sicuri e luoghi di riparazione bici. Un piccolo fondo di qualche decina di metri quadri può diventare un “garage”, magari abbinato a un’officina di riparazione.

11) Zone pedonali: Le zone pedonali non dovrebbero essere soltanto in centro, ma in ogni rione. Ogni grande modifica urbanistica, come ad es. la costruzione di un grande centro commerciale o il ripensamento di una grande area dovrebbe essere fatta con percorsi davvero partecipativi.

12) Zone con limite di velocità 30 km/h: Per stimolare la mobilità dolce, realizzate anche con accorgimenti che impediscono fisicamente il raggiungimento di grandi velocità.

L’Associazione Confluenze partecipa attivamente a Rivoluzione Rionale, a fianco dei seguenti firmatari dell’iniziativa:

Associazione Ideale Ambiente
Associazione Piazza della Vittoria

Caterina Arciprete, ricercatrice sociale
Giovanna Balzanetti, Università di Firenze
Ugo Bardi, Università di Firenze
Mania Brundu, attivista ecologista
Marco Di Bari, CLT Comitato Libertà Toscana
Fanny Di Cara, Università di Firenze
Alberto di Cintio, Fondazione italiana di bioarchitettura
Comitato Cittadini Villa Strozzi
Grazia Francescato, politica e attivista, ex presid. Federazione dei Verdi
Piero Funis, architetto
Andrés Lasso, attivista ecologista
Alberto Magnaghi, architetto e urbanista
Miguel Martinez, associazione Confluenze
Rita Micarelli, ecologia umana
Pinuccia Montanari, ex amministratrice a Reggio Emilia, Genova, Roma
Silvia Pennazzi, rivista Senso Comune
Beniamino Peruzzi, Università di Pavia
Giogio Pizziolo, Università di Firenze facoltà di Architettura
Gianfranco Polvani, sindacalista Spi Cgil
Giannozzo Pucci, editore, già presidente della Commissione urbanistica di Firenze
Gianni Scotto, Università di Firenze e Piccola Scuola di Pace dell’Isolotto
Lista civica “Per una cittadinanza attiva”, Bagno a Ripoli
Mauro Vaiani, CLT Comitato Libertà Toscana
Vincenzo Valenzi, direttore dipart. medicina integrata e biofisica Unifeder
Fabrizio Valleri attivista di Libera Firenze, calciante de’ Bianchi

Rivoluzione Rionale è un’iniziativa che nasce a Firenze nell’autunno del 2020 – in piena pandemia di COVID-19 – dall’incontro tra un gruppo di cittadini attivi, associazioni, urbanisti, docenti universitari e ambientalisti uniti dall’ideale di un progetto di città a misura umana e non di automobile. Lo scopo dell’iniziativa è quello di portare avanti proposte per un modo radicalmente diverso di impostare le nostre città e la vita che vi si articola.

L’esperienza di vita nelle città è oggi spesso caratterizzata da una grande frammentazione: si abita in un luogo in cui si trascorrono quasi soltanto le ore in cui si dorme, si lavora in un altro luogo, si fanno acquisti nella grande distribuzione organizzata… I centri storici hanno perso il proprio tessuto produttivo e le loro funzioni e pian piano si sono svuotati.

La recente pandemia ha messo in luce più che mai la necessità di ridare vita e funzioni a molte zone delle città, così come l’importanza di una economia di prossimità – l’importanza cioè che le persone, il cibo che queste mangiano, le cose che producono e consumano, si muovano un po’ meno.

In molti luoghi si inizia a parlare di “città dei 15 minuti”, dove casa, lavoro, spesa, svago, siano raggiungibili per lo più a piedi, e dove tempo possa trascorrere all’interno di una realtà locale che si possa configurare sempre più come una vera e propria comunità.

Una simile città dovrebbe essere organizzata in rioni aventi non più di 15.000 abitanti – il limite massimo all’interno del quale, secondo recenti studi, si riesce a identificare una realtà comunitaria.

Per raggiungere questo obiettivo, la Rivoluzione Rionale ha stilato dodici proposte:

1) Servizi sanitari: In ogni rione un centro sanitario di base, con i medici di famiglia, i pediatri, il consultorio, un posto in cui fare un prelievo, a pochi minuti a piedi dalla propria abitazione.

2) Centro civico: In ogni rione un centro, che possa essere multifunzionale, luogo di aggregazione, ufficio per la burocrazia di base e aiuto nel disbrigo di pratiche in digitale, sede per un mediatore civile e commerciale

3) Rappresentanza e Gestione dei beni comuni: Il rione elegge i propri rappresentanti, residenti nel rione stesso. La natura geografica e sociale del rione permette ai rappresentanti di conoscere le caratteristiche del proprio territorio. Il rione deve essere dotato di un piccolo bilancio e risorse da impiegare, con rendicontazione, in regime semplificato.

4) Servizi per la riparazione e il recupero degli oggetti: Quei mestieri che consentono di andare nella direzione delle “tre R” dovrebbero essere presenti come servizi di prossimità ed essere incentivati, con sconti su TARI, IMU, canone d’affitto eccetera.

5) Mercati rionali: Firenze ne ha 29. Questi mercati dovrebbero il più possibile essere agganciati al territorio e anche alle piccole produzioni, magari anche hobbistiche, presenti sul territorio, il loro potenziamento deve andare di passo con il potenziamento di orti rionali, ovunque possibile, anche recuperando spazi dismessi o sottoutilizzati.

6) Servizi di coworking e smart working: una rete di spazi recuperando dei fondi sfitti, uno per ogni via o quasi, luoghi in cui trovare una scrivania, un collegamento internet e alcune “facilities”, la rilocalizzazione dell’economia avrà un carattere unitario e sarà guidato dall’obiettivo di realizzare reti economiche imperniate su reciprocità e solidarietà, oltre che su un sempre maggiore adeguamento del numero di posti di lavoro presenti sul territorio e il numero dei suoi abitanti (logica “uscio e bottega”).

7) Banche del tempo ed economie locali: il ruolo delle banche del tempo è duplice: da un lato favoriscono scambi prevalentemente locali, dall’altro in un tempo di crisi, in cui tante persone con delle competenze importanti potrebbero trovarsi inoccupati o disoccupati, possono diventare un ausilio mettendo in contatto domanda e offerta. potrebbero essere inserite in più ampi “centri per l’economia locale”, in cui si attivano circuiti di microcredito locale, si sperimentano economia del dono e/o valute locali

8) Verde pubblico: Una rete di giardinieri a cui viene affidata una piccola zona, equivalente a 1-2 ettari di verde massimo a testa, che operano in sinergia con associazioni e cittadinanza locale. Togliere spazio al suolo impermeabilizzato, piantando alberi ovunque possibile. Gli operatori del verde e la cittadinanza dovranno essere formati ai principi dell’ecologia e della gestione sostenibile degli ecosistemi urbani.

9) Centri rifiuti ed ecostazioni: Diffusi capillarmente, immaginando un futuro con servizio di rifiuti porta a porta, dovrebbero essere affiancato da piccoli centri per il conferimento.

10) Parcheggi e riparazioni bici: Ogni rione dovrebbe avere adeguati parcheggi sicuri e luoghi di riparazione bici. Un piccolo fondo di qualche decina di metri quadri può diventare un “garage”, magari abbinato a un’officina di riparazione.

11) Zone pedonali: Le zone pedonali non dovrebbero essere soltanto in centro, ma in ogni rione. Ogni grande modifica urbanistica, come ad es. la costruzione di un grande centro commerciale o il ripensamento di una grande area dovrebbe essere fatta con percorsi davvero partecipativi.

12) Zone con limite di velocità 30 km/h: Per stimolare la mobilità dolce, realizzate anche con accorgimenti che impediscono fisicamente il raggiungimento di grandi velocità.

L’Associazione Confluenze partecipa attivamente a Rivoluzione Rionale, a fianco dei seguenti firmatari dell’iniziativa:

Associazione Ideale Ambiente
Associazione Piazza della Vittoria

Caterina Arciprete, ricercatrice sociale
Giovanna Balzanetti, Università di Firenze
Ugo Bardi, Università di Firenze
Mania Brundu, attivista ecologista
Marco Di Bari, CLT Comitato Libertà Toscana
Fanny Di Cara, Università di Firenze
Alberto di Cintio, Fondazione italiana di bioarchitettura
Comitato Cittadini Villa Strozzi
Grazia Francescato, politica e attivista, ex presid. Federazione dei Verdi

Piero Funis, architetto
Andrés Lasso, attivista ecologista
Alberto Magnaghi, architetto e urbanista
Miguel Martinez, associazione Confluenze
Rita Micarelli, ecologia umana
Pinuccia Montanari, ex amministratrice a Reggio Emilia, Genova, Roma
Silvia Pennazzi, rivista Senso Comune
Beniamino Peruzzi, Università di Pavia
Giogio Pizziolo, Università di Firenze facoltà di Architettura
Gianfranco Polvani, sindacalista Spi Cgil
Giannozzo Pucci, editore, già presidente della Commissione urbanistica di Firenze
Gianni Scotto, Università di Firenze e Piccola Scuola di Pace dell’Isolotto
Lista civica “Per una cittadinanza attiva”, Bagno a Ripoli
Mauro Vaiani, CLT Comitato Libertà Toscana
Vincenzo Valenzi, direttore dipart. medicina integrata e biofisica Unifeder
Fabrizio Valleri attivista di Libera Firenze, calciante de’ Bianchi